domenica 10 aprile 2011

Cervino 8/9 aprile 2011


8-9 aprile 2011 – Dario Alaimo (SEV - CAS Bellinzona) e Enrico Pastori (CAI Roma)
Cervino Hornligrat (dalla Hornlihutte)

Giudizio Complessivo :: **** / ***** stelle
La difficoltà ufficiale in condizioni estive è AD- naturalmente per questo periodo dell'anno e nelle condizioni incontrate la difficoltà aumenta un pò.
Ascensione effettuata 8/9 Aprile 2011 in circa 36 ore incluso pernottamento in discesa alla Solvay senza mai togliere i ramponi, temperature stimata in vetta con vento 30/40 Km intorno ai meno 15 gradi; condizioni invernali. Innevamento lungo quasi tutta la cresta, verglas sulla parte alta dopo i canaponi. Cavi di acciaio sotto la solvay quasi interamente ricoperti (e quindi inutilizzabili). Seria (ma non impossibile) difficoltà nel trovare l'itinerario ufficiale di salita.

Dato che la descrizione dell'itinerario si può trovare su qualsiasi guida o format preferirei limitarmi a dare qualche valutazione di massima che io e Enrico Pastori (Roma) abbiamo constatato durante e dopo la salita: naturalmente preparare bene i compiti a casa (descrizione della salita e maggiori punti di riferimento), preparazione fisica e mentale, doppia frontale, fornello obbligatorio alla Hornli non c'è luce, gas, acqua (dietro il rifugio invenale della Hornli hutte esiste un tubo che di giorno offre acqua di fusione), sacco a pelo e piumino, guanti di riserva, forse un'altra piccozza.
Noi due abbiamo effettuato la salita slegati e senza mai fare una tiro di corda, tranne quello della Moseley Platte sotto la Solvay, ma questa è una scelta personale e spero che non induca a facili valutazioni. Per noi era la prima volta sul Cervino e l'itinerario non è stato facile da trovare, consigliato andare in perlustrazione il giorno precedente. Per la discesa non lasciarsi ingannare dalla miriade di fettucce e cordini lasciati sulla Est, ma attenersi alle calate ufficiali (Grandi anelli o fittoni).
In continuazione alternanza di arrampicata su roccia e salita su ripidi pendii nevosi (circa 50 gradi non sempre consistenti), vuoto costante sotto i piedi, canaponi finali prima dell'ultimo pendio molto faticosi con un tratto verticale/strapiombante (scaletta/catena di un metro di lunghezza per tirarsi ma non per salire con i piedi).
Se si comincia a trovare sfasciumi o roccia marcia significa che si è fuori dall'itinerario di salita. Non seguire solo i segni dei ramponi ma intuire i passaggi sulla roccia la dove sembra più levigata. Ultimo pendio completamente ricoperto da verglas.
L'elicottero della Rega ci ha tenuto d'occhio fin dall'inizio. In discesa incontrate due persone che provenivano dal Picco Muzio e dalla Furgen (poi abbiamo saputo che si trattava dei Barmasse padre e figlio con i quali abbiamo bivaccato alla Solvay).




























lunedì 4 aprile 2011

L'affitto e altri racconti

www.lulu.com/spotlight/DarioAlaimo


Grazie allo stile semplice e diretto di questi racconti, l’autore ci offre la possibilità di osservare dal vivo, i ritagli di vita e le storie quotidiane di alcuni personaggi della classe media della nostra società. Coglierne il loro desiderio di protendersi verso qualcosa di diverso, dove questo qualcosa rappresenta, ancora una volta, l’incertezza e il dubbio dell’esistenza.


"Io ero capitato in manicomio. Così almeno chiamava la gente del paese quel lurido posto imbiancato a calce. Non un centro di accoglienza, ma un ricovero di corpi parcheggiati che si trascinavano da ogni porta lungo tutto il corridoio, pantofolando svogliatamente a terra"
(Il mare)